Foto: Simone di Luca
Dal primo momento abbiamo sentito il supporto incondizionato di Elton John. Ci ha sempre incoraggiato. È incredibile quanta fiducia avesse in noi.
Dodici anni fa’, due giovani violoncellisti di formazione classica hanno realizzato, quasi per caso, una cover in chiave crossover della famosissima “Smooth Criminal” di Michael Jackson, grazie alla quale hanno scalato rapidamente le classiche di tutto il mondo diventando delle vere e proprie star famose in tutto il globo. Da quel momento il duo d’archi proveniente dalla Croazia, ovvero i 2Cellos, formato da Luka Šulić e Stjepan Hauser, è diventato sinonimo di crossover e questo soprattutto grazie a tutta una serie di arrangiamenti particolarmente intensi ed energici a cui hanno dato vita nel corso degli anni.
Hanno inciso sei album, si sono esibiti in una cinquantina di Paesi ed hanno suonato in teatri iconici come la Royal Albert Hall di Londra e il Radio City Music Hall di New York. Hanno, inoltre, calcato i palcoscenici più importanti di Paese come il Giappone, Singapore, la Corea del Sud, l’Australia e il resto del mondo, collaborando con nomi del calibro di Andrea Bocelli, Red Hot Chili Peppers ed Elton John.
Hanno studiato insieme all’Accademia di Musica di Zagabria. Šulić, poi, ha continuato alla Royal Academy of Music di Londra, Hauser, invece, alla Royal University di Manchester.
Dopo che Šulić e Hauser, amanti della musica classica e del violoncello, hanno realizzato la cover di “Smooth Criminal” nel 2011, il successo è stato veloce e globale. Da lì i 2Cellos ha iniziato a incidere cover di molti titoli famosi di autori come Bon Jovi, Iron Maiden, Guns’ n’Roses, AC/DC, The Rolling Stones, AC/DC, Prodigy, White Stripes, Nirvana, Leonard Cohen…
Ogni concerto era a dir poco esplosivo, e un pubblico quanto mai frenetico li seguiva in giro per il mondo. Hanno lavorato intensamente per più di un decennio e poi, al culmine della loro carriera mondiale, hanno deciso di separarsi. I 2Cellos hanno tenuto i loro ultimi concerti nel dicembre 2022 in Australia e Nuova Zelanda. Abbiamo avuto l’onore e il piacere di chiacchierare con Hauser e Šulić in occasione del loro ultimo tour mondiale che per l’occasione ha fatto tappa a Lubiana.
«Per quanto in molti siano interessati a sapere cosa c’è dietro la decisione di non suonare più insieme, la verità è che non sta succedendo davvero niente di drammatico tra di noi. Ci capiamo meglio che mai, ma siamo arrivati a un punto di saturazione ed è normale che ognuno di noi inizi a costruirsi una carriera indipendente», afferma con calma Luka Šulić. Anche se a tener banco per la maggior parte della conversazione, in maniera del tutto estemporanea, è stato Stjepan Hauser. Šulić è un tipo tranquillo, introverso, mentre Hauser è aperto, loquace, con un tono di voce piuttosto elevato.
Erano proprio agli inizi della loro carriera quando Elton John li chiamò per proporgli una collaborazione.
«Elton è una leggenda vivente, una vera e propria icona. Ricevere un invito da un musicista del genere sarebbe un grande onore anche oggi, figuriamoci all’epoca in cui eravamo appena agli inizi. Ci ha invitati a partecipare alla sua tournée in giro per il mondo. Sin dal primo momento abbiamo sentito il suo supporto incondizionato. Ci ha sempre incoraggiato. È incredibile quanta fiducia avesse in noi», ci confessa Stjepan Hauser.
Non si sono mai persi di vista e ancora oggi sono in contatto.
Per il 75° compleanno di Elton John, Hauser ha pubblicato “My Gift Is My Song” in onore del festeggiato e di colui che è stato, seppur in modo non del tutto convenzionale, un vero e proprio mentore. Il mini album contiene cinque successi di Elton John, la cui esecuzione lascia senza fiato: “Your Song”, “Candle in the Wind”, “Rocket Man”, “Sorry Seems To Be The Hardest Word” e “Goodbye Yellow Brick Road”.