Foto: Hrvatski vaterpolski savez

Il capitano della squadra croata di pallanuoto ha ottenuto numerosi ed importanti successi sportivi in piscina e da alcuni anni gioca con successo per il Noisy le Sec di Parigi.

Nel mondo dei fumetti e dei film, Aquaman è un supereroe che combatte per la pace e la giustizia nel mondo sottomarino. Nella versione sportiva croata, questo supereroe indossa una cuffia da nuoto e diventa il capitano di una potente squadra di pallanuoto. Il suo nome è Ivan Krapić e grazie ai suoi superpoteri ha vinto numerose medaglie nelle principali competizioni internazionali, come quella per il titolo di campione del mondo e quella per il titolo di campione d’Europa. Nella sua ricca carriera, ha giocato per molti club in Croazia e in Italia, e negli ultimi anni vive a Parigi, dove gioca per il Noisy le Sec.

La nazionale croata di pallanuoto è una delle squadre sportive croate di maggior successo. Come gestisce la pressione che si prova quando si vincono medaglie nelle competizioni più importanti?

«In Croazia lo sport è uno stile di vita. La passione per lo sport è radicata in noi fin dall’infanzia e questa passione si manifesta a tutti i livelli, dal semplice gioco a scopo ricreativo alle competizioni più importanti. Fin da piccoli siamo abituati a essere seguiti e osservati, a competere e a vincere, così come siamo abituati al fatto che da noi si pretenda sempre il massimo. Può essere stressante, ma ho imparato a usare questo tipo di stress sportivo come motivazione supplementare. So che i nostri tifosi hanno sempre grandi aspettative e noi cerchiamo sempre di fare del nostro meglio per vincere, per conquistare una medaglia. È come una dipendenza, un desiderio costante di raggiungere la vetta, collezionare trofei e dimostrare il nostro valore. Inoltre, giocare e vincere medaglie per il proprio Paese, per la squadra nazionale, è l’onore più alto che un atleta possa sperimentare nella sua carriera».

Ratko Rudić e Ivica Tucak vi hanno guidato come selezionatori una volta in nazionale. Potrebbe farci un paragone fra questi due grandi allenatori?

«La forza di ogni squadra nazionale si costruisce sulla squadra. In una squadra ben coordinata ogni giocatore conosce il proprio ruolo, ma anche quello dei suoi compagni. Sa come prevedere le mosse successive e sa anche reagire in modo rapido ed efficiente. L’intesa tra i giocatori non si crea da un giorno all’altro. Ci vuole tempo, ci vuole tanto allenamento fatto tutti insieme e talvolta è necessario anche socializzare fuori dal campo in modo da poter costruire fiducia, rispetto reciproco e comprensione. Ratko Rudić e Ivica Tucak hanno caratteri e metodi diversi con i quali hanno ottenuto enormi successi in termini sportivi. Ciò dimostra non solo le loro capacità di coaching, ma anche quelle manageriali. Il compito di un allenatore non è solo creare un gioco in piscina, anzi, direi che un compito molto importante è quello di dover creare un ambiente in cui ogni giocatore sarà chiamato a dare il massimo. Allo stesso tempo, va detto, non hanno molto tempo perché i preparativi prima delle grandi competizioni durano poco. Considero i selezionatori come direttori d’orchestra che devono fare musica per i solisti in un’orchestra superbamente coordinata. Rudić e Tucak hanno fatto un ottimo lavoro in questo senso. Il signor Ratko appartiene alla vecchia scuola di allenatori, mentre il signor Ivica è un po’ più flessibile, ma entrambi sono in grado di trasferire il loro modo di lavorare alla squadra e creare vincitori di serie. Nello sport il risultato è la cosa più importante e le statistiche delle medaglie e dei trofei vinti mostrano che entrambi sono dei veri e propri maestri nell’ambito del loro mestiere»…

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