Zlatko Dalić – Un leader di fuoco

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Foto: Ivo Čagalj / Igor Kralj / Igor Šoban

L’allenatore della nazionale di calcio croata, dopo aver vinto due medaglie consecutive ai Mondiali, prima in Russia e poi in Qatar, è uno degli allenatori di maggior successo al mondo

Zlatko Dalić è un allenatore la cui filosofia si basa sull’autorità della conoscenza e sulla chimica di squadra. L’argento ai Mondiali in Russia nel 2018 e il bronzo ai Mondiali in Qatar nel 2022 sono tra i più grandi successi dello sport croato, e sotto la sua guida i ‘Vatreni’ (soprannome della nazionale croata di calcio che significa “pieni di fuoco”, “ardenti”, n.d.t.) sono diventati una delle nazionali più potenti del mondo.

Può fare un confronto tra l’argento del 2018 e il bronzo del 2022?

«In effetti, molte sono state le differenze, ma la cosa più importante è rimasta la stessa: un’atmosfera fantastica e un risultato eccezionale. Certo, è rimasta l’ossatura della squadra del 2018, gli otto senatori che hanno portato su di sé il carico maggiore in quel di Doha, guidati dal capitano Modrić. Tuttavia, sono orgoglioso che abbiamo avuto in squadra ben 18 giocatori nuovi rispetto al mondiale in Russia. In pratica, siamo stati in grado di portare di nuovo a casa un successo straordinario con una formazione del tutto rinnovata. Siamo arrivati ​​in Russia con una squadra che era stata costruita per dieci anni, selezionata e ben guidata da selezionatori del calibro di Bilić, Štimac, Kovač e Čačić, e che poteva contare su tutta una serie di giocatori che giocavano da titolari nei più grandi club del mondo. Rispetto al 2018, per esempio, non avevamo così tante star internazionali a Doha. Mancavano, infatti, protagonisti importanti come Mandžukić, Rakitić, Ćorluka o Subašić. Nonostante questo, i giovani arrivati ​​si sono comunque inseriti molto bene e hanno dato un contributo importante alla conquista del bronzo. Da allenatore quel successo mi sta particolarmente a cuore perché è la squadra che ho creato io, insieme a tutto lo staff, negli ultimi quattro anni e che ha confermato che stiamo facendo un lavoro davvero di qualità».

Con ben due medaglie consecutive vinte ai campionati del mondo, la nazionale croata è entrata nella cerchia dei Paesi di maggior successo al mondo. Qual è il maggior punto di forza dei “Vatreni”?

«Prima di tutto, dobbiamo essere consapevoli che questi due successi hanno davvero dell’incredibile. Poi, dobbiamo essere consapevoli anche di un’altra cosa, ovvero, che difficilmente possiamo renderci conto di quanto possa sembrare impossibile per la Croazia finire due campionati del mondo di fila davanti a Brasile, Germania, Inghilterra, Spagna, Portogallo, Olanda o Italia, che addirittura non è riuscita nemmeno a qualificarsi per i mondiali in Russia e Qatar. Per raggiungere un tale successo, devi avere, prima di tutto, giocatori di qualità, e noi li abbiamo davvero. I nostri ragazzi giocano nei migliori club e il merito va principalmente al loro talento, al loro lavoro, al loro impegno, alle loro famiglie che li supportano in questo, e anche ai club e agli allenatori che hanno lavorato con loro. Tuttavia, sono circa 10, forse 15 le squadre nazionali nel mondo che hanno abbastanza giocatori di qualità per battere chiunque una volta scesi in campo. Quello che è stato il nostro “valore aggiunto” va sicuramente ricercato nel fatto che siamo riusciti a creare un’unione speciale, un’atmosfera familiare all’interno della quale ci siamo sostenuti a vicenda e abbiamo messo la squadra al primo posto. Tutto questo ha poi fatto sì che, come squadra, abbiamo un carattere particolarmente forte. Questo messaggio di unità è la cosa più preziosa che abbiamo fatto come squadra negli ultimi anni. Senz’altro, in futuro, ci saranno altre squadre che vinceranno medaglie nei vari mondiali che verranno, ma non so se ci sarà mai di nuovo una squadra che, dopo aver subito il primo gol in ben cinque partite eliminatorie, è riuscita poi a ribaltare la situazione a proprio favore, come abbiamo fatto noi contro la Danimarca, la Russia, l’Inghilterra, il Giappone e il Brasile».

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