Foto: Gordan Murray Automotive
Il leggendario designer di una vettura di Formula 1 e un’esclusiva McLaren F1 crea un’auto sportiva rivoluzionaria con un nome semplice: T.50.
Al di fuori del mondo della Formula 1, il professor Murray è ricordato dal mondo soprattutto per la McLaren F1, una vettura da strada degli anni ’90 che è diventata una delle pietre miliari nella storia della tecnologia automobilistica e con passare degli anni il Santo Graal dei collezionisti. L’ultima creazione del leggendario designer 74enne è la T.50, un’auto super sportiva vecchio stile con un motore V12 aspirato con altissimi giri e un’elettronica ridotta al minimo. Un modello in cui Murray ha raggiunto alcune delle sue soluzioni storiche come il posto di guida centrale e una ventola con funzione aerodinamica, ma ha anche espresso ancora una volta la sua ossessione per il rapporto massa-potenza.
Possiamo caratterizzare il T.50 come il successore spirituale della McLaren F1?
Assolutamente. Ho intrapreso il progetto con questo intento. Cercando nel corso del 2017 un’idea per celebrare l’anniversario originale della McLaren F1, mi sono ispirato a ciò che la Ferrari ha fatto con i modelli F40 e F50 e mi sono reso conto che nessuno stava cercando di far rivivere quella formula, incentrata sulla facilità e sul piacere di guida. Nel mondo delle auto sportive ormai da tempo si punta su potenza e velocità che sono ormai entrate in regni fantastici. Dopo tanti anni con enormi progressi nella tecnologia e nei materiali, si è aperta una grande opportunità per ripetere qualcosa come la McLaren F1, prima che tutti inizino a guidare auto elettriche e ibride.
In Formula 1 alla fine degli anni ’70 ha causato un vero shock introducendo un “fan”. Cosa è cambiato da allora affinché un sistema del genere potesse essere utilizzato su strada?
La soluzione della ventola potrebbe essere simile a quella che ho progettato per la Brabham Alpha, ma il suo funzionamento e le sue prestazioni sono completamente diversi e molto più sofisticati. Certo, ci sono delle somiglianze, perché fondamentalmente entrambi consentono un migliore flusso d’aria sotto il pavimento e creano un vuoto. All’epoca non avevo tempo per sviluppare completamente quella soluzione perché non avevo un tunnel d’aria a mia disposizione, ma mi sono ripromesso che mi sarei occupato di quell’area quando stavo lavorando su qualche nuova vettura sportiva.